giovedì 25 febbraio 2021

Andamento settimanale pandemia COVID-19 al 24 febbario

Andamento settimanale pandemia COVID-19

I dati settimanali  della pandemia cominciano a risentire della diffusione delle varianti di Covid-19, specie quella inglese in Lombardia ormai prevalente: 

  • aumentano di quasi 15 mila i nuovi casi
  • i ricoverati nei reparti medici scendono di 57 rispetto al migliaio in meno della settimana scorsa 
  • aumentano di 114 quelli nelle terapie intensive, invertendo il precedente trend negativo 
  • sfiora il 5% la percentuale dei tamponi positivi sul totale e purtroppo 
  • i decessi settimanali superano ancora i 2 mila

Tra le regioni prevale sempre la Lombardia in evidente crescita nell'ultima settimana (oltre 19 mila nuovi casi rispetto ai 13600 della settimana precedente e oggi 25 febbraio +4 mila rispetto a ieri) e tra le province quella di Brescia ha il primato dei nuovi casi (ieri +900 e oggi 25 febbraio quasi 1000) con numeri giornalieri assoluti sovrapponibili a Milano, che conta però il triplo di abitanti. 





Andamento mensile e confronto tra prima e seconda ondata

I dati di gennaio sono sovrapponibili a quelli di dicembre per quanto riguarda nuovi casi, letalità e decessi, calano in misura minore i ricoverati e degenti in TI e si riduce la percentuale di positivi sui tamponi eseguiti, per l'aggiunta dei tamponi rapidi ai molecolari.






Confronto tra prima e seconda ondata



A grandi linee è possibile un confronto tra la prima ondata (marzo-giugno) e la seconda (settembre-dicembre) con l'avvertenza circa la sottostima dei casi registrati nella prima fase della pandemia, che inficia il raffronto statistico tra i principali parametri.

  • incidenza: è aumentata in modo considerevole in autunno (da 60 mila a 460 mila in media al mese) per la possibilità di eseguire il tampone in sede extra ospedaliera, era preclusa in primavera ai MMG, con la conseguente sottostima dei casi gestiti a domicilio e/o non denunciati, emersi nella seconda fase
  • tamponi: nonostante siano più che triplicati (da 1.347.000 a 4.488.000 in media al mese) la percentuale dei positivi è più del doppio (dal 4,4 al 10,2%), aumento parallelo all'incremento di nuovi casi
  • ricoveri: in rapporto all'incidenza i ricoveri sono notevolmente ridotti in autunno rispetto alla primavera mentre di riflesso sono aumentati i dimessi guariti e i soggetti in isolamento domiciliare: in primavera il picco si è avuto all'inizio di aprile con circa 29.010 e nella seconda ondata alla fine di novembre con 34.577.
  • terapie intensive: nonostante l'aumento dei nuovi casi il picco si è avuto in aprile con 3848 degenti e, nella seconda ondata, con quasi 4053 ricoveri all'ultima decade di novembre
  • dimessi guariti: passano da quasi 200 mila della primavera a 1.255.458 in autunno
  • isolamento domiciliare: l'elevatissimo numero di soggetti rimasti in isolamento domiciliare- con un picco di 800 mila in autunno rispetto agli 83 mila della primavera- dimostra la minor gravità dell'infezione e la prevalente gestione sul territorio dei nuovi casi rispetto al ricorso alla degenza
  • decessi e letalità: in numero assoluto i decessi delle seconda fase eguagliano quelli della prima ma sempre per l'elevato numero di nuovi casi si abbatte in maniera drastica la letalità che passa dal 14,4 al 2,1%.

Nel complesso, nonostante le critiche rivolte alla gestione territoriale del Covid-19, la medicina extra-ospedaliera ha diagnosticato e gestito, seppur in modo disomogeneo e poco coordinato, un numero considerevole di casi, mentre il sistema ospedaliero ha retto un impatto che, in termini di ricoveri e di degenze in terapia intensiva, è stato di poco superiore rispetto alla primavera. Grazie alla prescrizione dei tamponi i medici del territorio (MMG, CA e medici USCA) hanno fatto emergere la stragrande maggioranza dei casi e hanno seguito in prima persona la parte sommersa dell'incidenza, che in primavera era rimasta sotto-diagnosticata di 5 a 10 volte rispetto a quelli intercettati a livello ospedaliero. Il numero dei casi diagnosticati in autunno si colloca a metà circa di questa stima, con un andamento temporale dell'incidenza "piatto" rispetto al picco di marzo-aprile.

Report della Protezione Civile: dati mensili e a 30 giorni








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