venerdì 19 febbraio 2021

Confronto tra Covid-19 e influenza e dati settimanali al 17 febbraio

   1-Confronto settimanale tra Covid-19 e influenza al 14 febbraio

L'incidenza dell'influenza è analoga a quello della scorsa settimana, come documenta il report settimanale dalla rete influnet  


In Italia, nella 6° settimana del 2021, l’incidenza delle sindromi simil-influenzali continua ad essere stabilmente sotto la soglia basale con un valore pari a 1,6 casi per mille assistiti. Nella scorsa stagione in questa stessa settimana l'incidenza era di 10,7 casi. 



In tutte le Regioni che hanno attivato la sorveglianza il livello di incidenza delle sindromi similinfluenzali è sotto la soglia basale, con la sola eccezione di un modesto incremento nella fascia pediatrica 1-4 anni rispetto alla scorsa settimana. L'andamento della curva epidemica è stabile da un mese a questa parte ed esclude ormai la possibilità che si abbia un'epidemia influenzale del 2021, come accaduto solo 2 volte negli ultimi 20 anni.


Nella 6° settimana del 2021, in Italia sono stati analizzati 155 campioni e, su un totale di 3.350 campioni analizzati dall'inizio della sorveglianza, nessuno è risultato positivo al virus influenzale. Tra gli ultimi campioni analizzati 5 sono risultati positivi al SARS-CoV-2 (437 dall'inizio della sorveglianza). 

L'andamento "piatto" della curva epidemica influenzale esclude il dubbio diagnostico differenziale tra sindrome influenzale e Covid-19, come ipotizzato in autunno; pertanto ogni paziente con sintomi influenzali deve essere considerato un caso di Covid-19 fino all'esito negativo del tampone naso-faringeo.

2-Andamento settimanale pandemia COVID-19

I dati settimanali  della pandemia documentano una stabilità rispetto alle precedenti settimane, nonostante i reiterati "allarmi" sulla diffusione delle varianti di Covid-19, specie quella inglese che è arrivata ad 1/3 di tutti i casi: diminuiscono di poco i nuovi casi, i ricoverati nei reparti medici e nelle terapie intensive, aumentano i dimessi guariti e purtroppo i decessi settimanali superano i 2000Tra le regioni prevale sempre la Lombardia in costante crescita nell'ultima settimana. 





3-Andamento mensile e confronto tra prima e seconda ondata

I dati di gennaio sono sovrapponibili a quelli di dicembre per quanto riguarda nuovi casi, letalità e decessi, calano in misura minore i ricoverati e degenti in TI e si riduce la percentuale di positivi sui tamponi eseguiti, per l'aggiunta dei tamponi rapidi ai molecolari.






Confronto tra prima e seconda ondata



A grandi linee è possibile un confronto tra la prima ondata (marzo-giugno) e la seconda (settembre-dicembre) con l'avvertenza circa la sottostima dei casi registrati nella prima fase della pandemia, che inficia il raffronto statistico tra i principali parametri.

  • incidenza: è aumentata in modo considerevole in autunno (da 60 mila a 460 mila in media al mese) per la possibilità di eseguire il tampone in sede extra ospedaliera, era preclusa in primavera ai MMG, con la conseguente sottostima dei casi gestiti a domicilio e/o non denunciati, emersi nella seconda fase
  • tamponi: nonostante siano più che triplicati (da 1.347.000 a 4.488.000 in media al mese) la percentuale dei positivi è più del doppio (dal 4,4 al 10,2%), aumento parallelo all'incremento di nuovi casi
  • ricoveri: in rapporto all'incidenza i ricoveri sono notevolmente ridotti in autunno rispetto alla primavera mentre di riflesso sono aumentati i dimessi guariti e i soggetti in isolamento domiciliare: in primavera il picco si è avuto all'inizio di aprile con circa 29.010 e nella seconda ondata alla fine di novembre con 34.577.
  • terapie intensive: nonostante l'aumento dei nuovi casi il picco si è avuto in aprile con 3848 degenti e, nella seconda ondata, con quasi 4053 ricoveri all'ultima decade di novembre
  • dimessi guariti: passano da quasi 200 mila della primavera a 1.255.458 in autunno
  • isolamento domiciliare: l'elevatissimo numero di soggetti rimasti in isolamento domiciliare- con un picco di 800 mila in autunno rispetto agli 83 mila della primavera- dimostra la minor gravità dell'infezione e la prevalente gestione sul territorio dei nuovi casi rispetto al ricorso alla degenza
  • decessi e letalità: in numero assoluto i decessi delle seconda fase eguagliano quelli della prima ma sempre per l'elevato numero di nuovi casi si abbatte in maniera drastica la letalità che passa dal 14,4 al 2,1%.

Nel complesso, nonostante le critiche rivolte alla gestione territoriale del Covid-19, la medicina extra-ospedaliera ha diagnosticato e gestito, seppur in modo disomogeneo e poco coordinato, un numero considerevole di casi, mentre il sistema ospedaliero ha retto un impatto che, in termini di ricoveri e di degenze in terapia intensiva, è stato di poco superiore rispetto alla primavera. Grazie alla prescrizione dei tamponi i medici del territorio (MMG, CA e medici USCA) hanno fatto emergere la stragrande maggioranza dei casi e hanno seguito in prima persona la parte sommersa dell'incidenza, che in primavera era rimasta sotto-diagnosticata di 5 a 10 volte rispetto a quelli intercettati a livello ospedaliero. Il numero dei casi diagnosticati in autunno si colloca a metà circa di questa stima, con un andamento temporale dell'incidenza "piatto" rispetto al picco di marzo-aprile.

4-Report della Protezione Civile: dati mensili e a 30 giorni
(aggiornati al 3 febbraio)








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