I silos agricoli, si sa, sono posti rischiosi ed ogni tanto la cronaca riferisce di incidenti sul lavoro, anche gravi, che capitano agli addetti alla manutenzione o alle operazioni di carico/scarico.
Anche il sistema sanitario ha i suoi silos, meno pericolosi
ma non meno problematici. Nelle organizzazioni in genere i "silos" rappresentano
l’eredità di vecchi modelli di gestione delle informazioni in quanto "componenti
isolate di un sistema informativo che non condivide i dati, le informazioni e/o
i processi con le altre componenti del sistema".
I silos informatici accentuano la separazione tra comparti organizzativi e bloccano integrazione del sistema,
frammentato e “dis-integrato” in programmi e piattaforme a compartimenti stagni;
i silos informatici comportano la dispersione e il mancato utilizzo di informazioni,
con inutili duplicazioni di procedure, fonte di inappropriatezza e inefficienza, specie nella gestione della cronicità, come dimostra l’esperienza
delle piattaforme telematiche della PiC e delle reti cliniche.
Il guaio è che con la pandemia sono proliferati altri programmi
paralleli ai gestionali di studio, che costringono a ripetere le stesse procedure,
con intuibili perdite di tempo a scapito dell'attività clinico-assistenziale. Se è possibile inviare i certificati di
malattia INPS tramite il programma di studio, e ricevere il relativo numero di protocollo senza
doversi collegare al sito dell'istituto per trasferire dati già presenti nel software, perchè la stessa procedura non si può estendere ad esempio alle
vaccinazioni anti-Covid? Il collo di bottiglia della registrazione dei dati e delle procedure burocratiche condiziona in modo non irrilevante la campagna di vaccinazioni, che
stenta a decollare anche per queste problematiche e si potrebbe aggravare con la fornitura di milioni di dosi a marzo. In teoria l'ACN sulle vaccinazione prevede la soluzione del problema (vedi il PS) ovvero l'integrazione tra anagrafe vaccinale e gestionali. Si farà in tempo a smantellare questo ennesimo silos informatico o finirà per rallentare una campagna vaccinale di vera emergenza per via della terza ondata pandemica?
Da anni si tenta di contrastare la separazione tra i vari silos sanitari, non solo informatici, ma nel frattempo i compartimenti stagni continuano a proliferare a dispetto dei proclami sulla semplificazione burocratica, che è tra le priorità delle riforme e delle dichiarazioni del ministro!
http://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=88703
E pensare che nell'agenda digitale, per affrontare efficacemente le pandemie come la cronicità, una delle priorità è proprio il superamento della frammentazione dei sistemi e delle piattaforme telematiche.
Allo smantellamento dei silos informatici si dovrebbe dedicare prioritariamente la digitalizzazione del sistema sanitario prevista del ricovery plan, ma purtroppo i tempi della burocrazia europea e soprattutto di quella nostrana non sono quelli dei virus, che continua a proliferare e a variare indifferenti alle nostre inefficienze. Se poi da marzo dovessero arrivare gli "arretrati" dei vaccini si potrebbe creare l'ennesimo paradosso di un sistema con accumula dosi senza riuscire ad utilizzarle per un'anchilosi burocratica autolesionista!
P.S. Ecco il passaggio chiave del prossimo ACN sulle
vaccinazioni anti Covid-19:
Garantire l’aggiornamento, in tempo reale, “dell’anagrafe vaccinale” è una condizione indispensabile per assicurare l’efficacia ed il pieno successo della campagna di vaccinazione.
A tal fine, verrà utilizzata la piattaforma prevista dal comma 1 dell’articolo 3 del decreto legge 14 gennaio 2021, n. 2, opportunamente integrata con quella ordinariamente utilizzata dai MMG che sono tenuti a registrare in tempo reale le vaccinazioni effettuate. Nelle more dell’integrazione delle piattaforme, per la trasmissione dei dati, i medici dovranno attenersi alle indicazioni tecniche fornite dalla regione o P.A..
Al fine di garantire che le regioni e le province autonome trasmettano all’anagrafe vaccini nazionale anche i dati sulle vaccinazioni effettuate dai medici di medicina generale, i predetti medici anche attraverso la cooperazione applicativa dei propri gestionali/piattaforma sono tenuti a trasmettere i dati in questione con immediatezza, in modalità telematica, alla regione o alla provincia autonoma di riferimento
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