domenica 16 gennaio 2022

Guida alla riforma della sanità lombarda

Pagine 140, Versione cartacea ed e-book
Nel secondo semestre del 2021 si è concretizzata per l’assistenza primaria o territoriale una svolta radicale e forse storica nelle policy nazionali e regionali. La pandemia ha amplificato alcuni nodi problematici che covavano sotto la cenere di una apparente normalità, in particolare nell’epicentro pandemico lombardo dove la Medicina Genera (MG) è stata messa a dura prova e ha pagato il prezzo umano più alto. 
Alla fine del 2021 infatti è terminato l’iter di due provvedimenti destinati a segnare una cesura a livello nazionale con ricadute a livello regionale, ovvero: a livello centrale la messa in opera della missione 6 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e in sede periferica la revisione della legge regionale lombarda N. 23 del 2015.
In entrambe i casi i provvedimenti hanno a che fare in modo specifico con l’assetto e la gestione dell’assistenza primaria e della MG e sono tra loro correlati: la nuova configurazione del SSR lombardo ha recepito le innovazioni del PNRR per il rafforzamento della sanità territoriale, in particolare case ed ospedali di comunità.
Per comprendere e valutare i cambiamenti introdotti con la "riforma della riforma" Maroni conviene partire dal precedente assetto ripercorrendo l'evoluzione del SSR lombardo degli ultimi anni. In sintesi, alla base dei deludenti esiti della politica sanitaria regionale verso il territorio, nella cornice delle politiche pubbliche, troviamo la stessa teoria (implicita), cioè la managed competition ovvero il cosiddetto quasi mercato, che antepone il principio della concorrenza alla collaborazione tra comparti del SSR, come nel caso della riforma della Presa in Carico (PiC) della cronicità e fragilità approvata nel 2017. 
Nei fatti la soluzione del quasi mercato ha fatto emergere i limiti empirici del New Public Management nella gestione della cronicità e nella governance del territorio. Infatti il passaggio dei cronici dalle cure primarie al Gestore ospedaliero doveva risolvere i problemi organizzativi denunciati nella premessa dei CReG del 2006 circa le presunte carenze della MG nella cura della cronicità.
Questa ipotesi non ha retto alla prova dei fatti ed è stata confutata dal ruolo irrilevante svolto nella PiC dai Gestori ospedalieri, che si sono rivelati “il” problema di una riforma inappropriata, esito amplificato dal Covid-19 sul versante dell'organizzazione dei servizi territoriali. In pratica la managed competition da soluzione dei problemi si è rivelata la spiegazione causale delle difficoltà incontrate dalle policy lombarde sia nella gestione della PiC sia nel contenimento del COVID-19. 
In particolare con la pandemia sono venuti al pettine i nodi della mancata integrazione tra I e II livello, già evidenziati dalla PiC, riconducibili all’ideologia di quasi mercato che ha pervaso le politiche sanitarie verso il territorio nell’ultimo lustro, emblematicamente testimoniato dal disinteresse dei decisori pubblici verso la riforma Balduzzi e la mancata attivazione della AFT.

In questo contesto l’approvazione dell'ennesima riforma segna la fine di un ciclo ventennale di politiche all’insegna della marginalizzazione della medicina territoriale e nel contempo marca una svolta programmatica di 180° nella governance del territorio, con il superamento di fatto della “filosofia” della LR 23. 

D’altra parte era difficile approvare una riforma peggiorativa rispetto alla legge Maroni, se non altro per non perdere l’erogazione dei fondi strutturali del PNRR, vincolati alla ricostruzione e riorganizzazione della rete sociosanitaria deliberatamente smantellata da ventennali politiche ispirate al quasi mercato. Il PNRR può inaugurare un ciclo virtuoso per la sinergia tra interventi istituzionali e concrete realizzazioni dal basso, nel segno del rafforzamento del network di strutture sanitarie, con le Cese e gli Ospedali di Comunità, e della riorganizzazione della medicina generale. Il volume illustra la situazione dei servizi territoriali pre-pandemia, le dinamiche innescate dal Covid-19 nell'organizzazione ospedaliera e territoriale e le prospettive dalla riforma della legge 23 per il rilancio dell'assistenza primaria.

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