Secondo un'anticipazione del Sole 24 Ore sarebbe pronto un DDL per assumere come dipendenti del SSN i futuri medici di MG specializzati in Cure Primarie che lavoreranno, come da regole contrattuali nazionali, nei distretti e prioritariamente nelle Case di Comunità finanziate con i fondi del Pnrr.
A parte i futuri assunti come dipendenti gli altri medici di MG potranno restare “convenzionati”, ma dovranno prestare servizio in sede distrettuale per un certo numero di ore a settimana (almeno 14-16 ore) da svolgere nelle COT, nelle Case e negli Ospedali di comunità per vaccinazioni, copertura di turni diurni etc.. Il DDL dovrebbe prevedere anche in parallelo la transizione dal Corso regionale alla Specializzazione universitaria.
Se, come pare di capire dalle prime notizie, i futuri MMG dipendenti saranno formati nell'attuale corso universitario di specializzazione in Cure Primarie e Medicina di Comunità serviranno:
1-non meno di altri 3 anni prima che entrino in servizio attivo i primi MMG dipendenti, se il corso universitario prenderà il via nell'autunno 2025 per terminare alla fine del 2028
2-almeno altrettanti per un ricambio consistente tra convenzionati e dipendenti, ammesso che gli attuali 120 posti a livello nazionale vengano raddoppiati o meglio ancora triplicati (sempre che tutti i posti vengano assegnati: all'ultimo bando sono stati assegnati solo il 25% dei contratti, si veda il PS per i dati specifici sul fabbisogno formativo nazionale in MG).
Se invece la maggioranza dei futuri MMG dovesse scegliere ancora la convenzione il ricambio sarà minore e a più lunga scadenza. Vedremo in autunno se ci sarà un bando per il trienno 2025-2028 o se la specializzazione universitaria, in sostituzione del Corso regionale, varrà dal 2025 anche per accedere alla convenzione.
In ogni caso sembra di capire che le zone carenti non coperte dalle CdC hub da 60mila abitanti, localizzate in prevalenza in città o comuni di medie dimensioni, saranno attribuite ancora ai convenzionati organizzati in medicine di gruppo integrare, come spoke della rete territoriale. Anche perché, a seguito della rimodulazione del 2023, il numero di CdC dove dal 2027 potranno esercitare i generalisti neo-dipendenti è sceso a poco più di 1000 rispetto alle oltre 1400 della prima versione della Misura 6, a cui fa ancora riferimento l'articolo del Sole.
Ciò significa che nelle CdC hub a regime potranno lavorare 1/3 circa degli oltre 50mila professionisti sanitari territoriali, tra medici dell'AP, pediatri ed infermieri di comunità a copertura di una parte della popolazione. Restano indefiniti gli aspetti finanziari e il cronoprogramma della transizione dal Corso alla Specializzazione.
Infine quale sarà la sorte degli altri 40mila professionisti convenzionati con il SSN, dai pediatri agli specialisti Sumai, dai biologi agli psicologi e agli infermieri di comunità?
Continua su: https://curprim.blogspot.com/2025/01/la-riforma-della-medicina-territoriale.html
P.S. La proposta di doppio canale era contenuta nel documento regionale del settembre 2021 "Prima analisi criticità e possibili modifiche nelle relazioni SSN/MMG in particolare nella prospettiva della riforma dell’assistenza territoriale determinata da PNRR" conteneva